TELE RADIO CLUB – RADIO CLUB
Rovigo
92.9; 93 e 98.7; 101.500 Mhz
Emittente di Rovigo nata nel luglio 1976 per iniziativa di Gianfranco Ravanello, di alcuni suoi amici e di sua sorella Paola. Ravanello aveva lasciato Radio Veneto e diede vita ad una sua emittente. Iniziò a trasmettere dalla cantina di Franco in corso del Popolo, quindi ci fu un primo trasferimento in via Carducci, poi in viale Porta Po, corso del popolo 182, in piazzale D’Annunzio, e infine nella “mitica” sede di corso del Popolo 375. Radio Club chiuse i battenti esattamente il 31 luglio 1995. La radio nacque per passione, per divertimento, ma dopo qualche anno divenne un’attività commerciale, visti i grandi risultati ottenuti in città e in un ampio raggio attorno al capoluogo polesano. Radio club divenne un mezzo molto efficace, molto importante e aveva un suo significato come mass-media: un’emittente comunicativa, con programmi specializzati a scopo culturale e informativo oltre che d’intrattenimento vario. Il primo passaggio fu da Radio club a radio club agenzia teatrale, in quanto passò dal libero club a una ditta individuale dove Franco Ravanello era il proprietario, quindi un’impresa aziendale. Fu quindi presa la decisione di fare una radio generalista con numerose collaborazioni, come spiega nel video Bruno Candita, uno dei conduttori più noti di Radio club. Un’altra caratteristica era che Radio club non era un box, ma molte trasmissioni venivano fatte con la presenza di un piccolo pubblico, i conduttori erano anche degli animatori. La radio riceveva moltissima posta e puntualmente venivano mandate le risposte. In parallelo all’attività radiofonica, la Radio veniva chiamata ad animare feste, cene, convention di vario tipo. Radio Club aveva un bacino di ascolto importante: Polesine, bassa padovana, zona di Cavarzere e Ferrara. Era sempre a tarda sera quando dalle sue frequenze, tra una polka di Nervillo Camporesi e un acuto di Mengoli, Franco, Laura Foglietti e Sergio Rotoli chiamavano abilmente a raccolta i loro ascoltatori, una milizia armata di telefono pronta al contrappello. E ce n’era davvero per tutti: un campionario di un Polesine domestico, tra pudori, malizie e tabù. Si andava dalle confidenze agrodolci di qualche timida liceale alla signora Maria che raccontava delle sue artriti e di quelle della cognata, oppure il sedicente falso frate che cercava adesioni per una crociata, la zia di turno che dava consigli per fare i crostoli o il ruvido manovale di Borsea, Malta, alla ricerca disperata di un’anima gemella, pronto a rincorrerla ovunque con la sua Prinz. Infine, dopo la nevrotica che fumava Kim e portava a galla il sociale, ecco la sposa (con il marito al turno di notte) che si adoperava in un ludico colloquio telefonico fatto di allusioni, sospiri ridicoli e congiuntivi facoltativi. Ma c’era anche chi prendeva il telefono e denunciava problemi, un sommerso di disagi vissuti nel privato, qualche ascoltatore infermo e solo che cercava assistenza, anche solo compagnia. In questo senso, partecipare a un notturno radiofonico significava forse partecipare ad un rito liberatorio, di catarsi. Il programma, una maratona nella notte, funzionava proprio per questo. È vero che telefonavano quasi sempre le stesse persone, anche solo per salutarsi. Tutto viaggiava tra realtà e finzione, ma stava di fatto che i poteri di persuasione del mezzo radiofonico restavano sorprendenti. Franco Ravanello riusciva a coinvolgere gli ascoltatori nelle edizioni dei notturni fino a invitarli a streap-tease radiofonici. O come nel 1976, quando Radio Club contava 52 collaboratori nei suoi organici e alle 20 andava in onda un seguitissimo quiz a premi sul calcio che mandava in tilt tutti i bar della città. C’era gente che andava nei locali con gli almanacchi del calcio, si radunavano per rispondere alle domande ed era impossibile domandare un caffè. Era un punto di riferimento, uno spazio importante nell’etere locale. Erano anni dove c’era partecipazione, un’incessante attività creativa, entusiasmo.